Tra alfabeti e lingue nella letteratura per l’infanzia.
Una passeggiata al di là dell’usuale.
Torno, finalmente a scrivere e a riaccendere le mie Scintille di carta.
Nelle opere di Georges Braque come Le Portugais (1911; olio su tela, Basilea, Kunstmuseum) o Donna con chitarra (1913; olio e carboncino su tela; Parigi, Centre Pompidou) tra il materico della pittura e le forme che si incastrano e scompongono, che è indagine della forma, dello spazio troviamo lettere e numeri che sono a scandire il tempo narrativo, un dettaglio realistico che ci catapulta in un tempo definito di un’analisi solo apparentemente astratta.
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Quest’analisi temporale e ritmica della narrazione l’ho ritrovata anche in opere letterarie dedicate all’infanzia e adolescenza.
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“Le parole possono tutto” di Silvia Vecchini e Sualzo,(2021), Il Castoro, è un graphic novel che parla di Sara e della sua difficoltà, in un periodo complicato della sua vita, di esprimere le sue emozioni e liberarsi di quei pesi che le impediscono di avanzare nel suo essere Sara. Ecco che il fato mette sulla sua strada il Signor T., un anziano, che ama raccontare storie di un tempo lontano e che ama profondamente l’alfabeto ebraico, alfabeto che diverrà faro per Sara e le permetterà di ritrovare le parole.
L’alfabeto ebraico in questo graphic novel ha funzione narrativa, ed è indubbiamente protagonista della narrazione, ma grazie all’arte di Sualzo l’alfabeto diviene corpo, movimento ed elemento di ritmo, scandisce il tempo: un’operazione artistica che ci consente di andare oltre l’elemento grafico diviene interpretazione: permettendo di conoscere l’alfabeto ebraico in modo fisico, trasportandoci in un contesto che è sostanza, reale e materico come lo era la pittura. Simbolo di un dire che va oltre per sentire, sentirsi e mettersi in relazione con il mondo.
Sempre Silvia Vecchini e Sualzo ci regalano “Prima che sia notte”, (2021), finalista per il Premio Strega (2021), edito da Bompiani: un romanzo dove i linguaggi si mescolano, si uniscono perfettamente rendendo l’opera unica. Ma non solo prosa e versi si uniscono, anche la LIS trova il suo spazio nel raccontare. La vicenda narra di Carlo e sua sorella, Carlo vede solo da un occhio, non sente e probabilmente perderà anche l’unico occhio che gli permette di vedere i colori.
La LIS (Lingua dei Segni Italiana) in questo romanzo introduce quello che verrà trattato subito dopo.
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Un romanzo narrato a più voci che racconta tra prosa, versi e la lingua silente dell’affetto profondo e vivo tra sorella e fratello, la paura per un destino che sembra sempre più incerto .
A pagina nove troviamo L come Lingua dove la lingua , è racconto: assume valori intrinsechi e si impregna di stati d’animo ed emozioni, che coinvolgono i lettori e le lettrici che vengono catapultati nel mondo di Carlo.
…“ (Infine c’è il braille,
una lingua che si tocca.
Questa sì che è una mano sulla bocca.
Sto imparando
ma non mi f respirare.
Una lingua si può odiare?)”
( Ivi, p. 16)
Si può odiare una lingua? La domanda rimane aperta.
L’aspetto coloristico dilata la dimensione narrativa: il buio prende il sopravvento e anche noi ne veniamo immersi.
In appendice al romanzo troviamo la Dattilologia LIS, una via che invita ad approfondire .
Parlando di LIS non posso non citare Alfabeto Manuale illustrato da Roger Olmos, Logos Edizioni, è un vero e proprio manuale per avvicinarsi a questa lingua silenziosa, con la supervisione di Erika Violante e Crei- Professionisti della Lingua dei Segni : una vera immersione, un’opera che ha lo scopo di sensibilizzare e promuovere l’uso della Lingua dei segni italiana anche da parte di persone udenti, per poter rendere il mondo un posto più inclusivo. Il manuale è caratterizzato dalle illustrazioni inconfondibili di Olmos, dove ogni pagina è accompagnata da un codice QR che ci riporta a un video di SegniAmo Bimbi (SegniAmo Bimbi è un progetto che nasce a Torino dalla volontà di Erika Violante, interprete vocale e segnante, traduttrice).
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Il braille citato in “Prima che sia notte” è protagonista de “Il libro nero dei colori” di Menena Cottin e Rosana Faría (2022), per Gallucci editore.
Un albo che propone il testo sia in braille sia in alfabeto latino: due sistemi di scrittura e lettura si uniscono amplificandosi, anche le illustrazioni si arricchiscono: monocromatiche si modificano, si alimentano e vivono al tocco di chi vorrà leggerle.
Possono i colori essere visti con le dita? E le forme? E i pensieri?
Ho trovato, questo albo, prezioso a livello estetico, ma ancor più nello spirito inclusivo, aggiungendo alla narrazione anche l’alfabeto braille, nelle ultime pagine dell’opera, si arricchisce di una dimensione divulgativa.
Il tatto è protagonista anche in Alfabeto di Kveta Pacovska (2012) edito da Ravensburger, libro d’artista per bambini e bambine: Hai mai toccato una D? Hai guardato dentro una A o una B?, lo sai che una E può essere appuntita come le cime delle montagne? Una nuova dimensione ricca di ispirazione e stimoli grazie alla visione del mondo dell’artista che ritroviamo in questo libro pop up, che sperimenta attraverso la cartotecnica il vuoto e pieno, tra tatto e percezione visiva .
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Questo riflettere e vagare tra le lingue, lettere e possibilità narrative mi ha riportato alla mente il Supplemento al dizionario italiano di Bruno Munari, edito da Corraini. Un libro plurilingue che ti invita a capire la gestualità che caratterizza la lingua italiana, che nel tempo si è andata modificando ampliando e si è arricchita di nuovi gesti. Munari, che cita la prima raccolta di gesti dal Canonico Andrea de Jorio (1832) ( opera in cui è stata per la prima volta studiata la gestualità dei napoletani, individuando una continuità dall'epoca antica sul linguaggio del corpo contemporaneo), ci fa riflettere sulla complessità della comunicazione che si compone, scompone, si fa eco di possibilità e strumenti altri.
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Un breve viaggio tra lettere, lingue, alfabeti e opportunità che ritroviamo anche nella letteratura per l’infanzia e adolescenza, la quale ci permette di incontrare lingue che probabilmente non avremo incrociato facilmente, aprendo un ‘infinità di modi e mondi possibili per e da raccontare, lasciandoci liberi e libere di andare oltre i limiti.
Jessica Paolillo
Novità:
In questo ultimo periodo di silenzio, le Scintille non hanno smesso di brillare, anzi, ci sono state per me belle opportunità di mettermi in gioco, se non mi segui su Instagram (eNNe come libro é QUI), ti racconto brevemente:
Ho iniziato una collaborazione con
, unendo le sinergie abbiamo dato vita a Scintille di libertà: una rubrica che dà spunti e consigli per letture e libri che illuminano e ispirano. Oltre gli stereotipi. Trovi il il primo post QUI e il secondo QUI.
Colgo l’occasione per ringraziare Topipittori che ha condiviso il nostro progetto, puoi vedere il loro post QUI.
Ho avuto il piacere di essere la formatrice, per la sezione in lingua italiana, per l’iniziativa Libri Liberi, una selezione di albi illustrati per la prima infanzia e una bibliografia per adulti di approfondimento, libera da stereotipi. Un progetto nato dalla collaborazione di Biblioteca Civica di Merano , Rete contro gli stereotipi del Comune di Merano formata da educatori ed educatrici della prima infanzia e l'Assessorato Pari opportunità. Due pomeriggi che ho condiviso con le insegnanti e gli insegnanti delle strutture che si dedicano all’educazione per la prima infanzia (0-6 anni). Esperienza che mi ha arricchito sia professionalmente che umanamente.
L’ora del racconto in Biblioteca Civica a Merano: è ritornata in biblioteca L’ora del racconto, una serie di proposte di lettura ad alta voce curate da me. Il prossimo appuntamento è il 1° marzo 2025 alle ore 10:30 , entrata gratuita , prenotazione obbligatoria. Leggeremo La Traccia, Tassi, il Barbagianni editore. Per i prossimi appuntamenti seguite me e/o i profili social della Biblioteca Civica.
BILINGUISMO: è online il sito di Bilingual Family, Organizzazione benefica fondata l’8 agosto 2024. Per conoscere la sua storia e i suoi obbiettivi puoi trovare maggiori informazioni QUI. Troverai anche alcuni articoli sul plurilinguismo nella sezione Blog, il mio contributo è una trascrizione dell’intervento della Professoressa Annick De Houwer, tenuto in occasione del PEaCH Summit nel novembre del 2011, dal titolo: How to get your child to speak your language and still be friends , trovi l’articolo QUI.
Vuoi supportare Bilingual Family? Puoi saperne di più QUI
Se ti piace il mio lavoro e vuoi in qualche modo sostenerlo puoi offrirmi un caffè simbolico:
Oppure :
A presto!
La tua domanda " Hai mai toccato una D? Hai guardato dentro una A o una B?, lo sai che una E può essere appuntita come le cime delle montagne?" mi ha fatto molto riflettere. I miei figli attualmente frequentano una scuola montessoriana, dove l'incontro con qualsiasi cosa (lettere, numeri, forme, persino elementi grammaticali come soggetto e verbo) avviene attraverso i sensi e in primis il tatto. Parlando con una delle loro maestre, lei diceva che secondo lei nella scuola tradizionale si pretende troppo presto, già dai 5-6 anni, che i bambini e le bambine abbiano un livello di astrazione che non gli appartiene e che non li sostiene nell'apprendimento. Secondo me non aiuta neanche gli adulti: cos'è, da una certa età in poi smetti di avere un corpo? È una cosa su cui rifletto da molto e con cui sperimento nel mio lavoro in vari modi. Questi libri che hai proposto sono davvero bellissimi!